martedì, novembre 25, 2008

PSICODINAMICHE INTERATTIVE - LA VITA COME RAPPRESENTAZIONE SCENICA

Una delle modalita' attraverso le quali l'uomo cerca di realizzare il proprio desiderio di autoaffermazione e' la conquista di uno spazio scenico dove poter rappresentare se' stesso.
L'uomo e' un animale sociale e, come tale, ha la necessita' di comunicare. Ciascuno di noi vale non solo e non tanto per quello che e' o per quello che sa, quanto per cio' che riesce a comunicare. Il modo in cui noi comunichiamo determina in larga misura la nostra identita' personale e influenza profondamente il modo in cui gli altri ci percepiscono.
Ogni individuo ha un proprio stile di comunicazione, cosi come ha un proprio stile di vita. In pratica, nella vita di relazione, la comunicazione tra individui da' luogo ad una specie di spettacolo in cui i personaggi, come in un vero spazio scenico, agiscono, gesticolano, parlano, recitano ( a volte razionalmente, a volte spinti da pulsioni inconscie) un ruolo che puo' essere di protagonista, di comprimario, di antagonista, di comparsa, oppure di semplice spettatore.
L'assunzione di un ruolo specifico, una volta conquistato uno spazio scenico, dipende in gran parte dal rapporto tra la percezione che l'individuo ha di se' stesso (come si vede) e come vorrebbe che gli altri lo vedessero. E questo condiziona profondamente i comportamenti.
Rappresentare se' stessi non significa necessariamente giocare apertamente il ruolo vincente dell'eroe positivo. La scelta del ruolo dipende dai vissuti, dai conflitti, dai complessi, per cui possiamo vedere individui che, condizionati da profonde insicurezze, scelgono volontariamente ruoli di eroe negativo, di capro espiatorio, di vittima, come compensazione negativa dei propri complessi e della proprie paure.
La scelta di un determinato stile di vita, di un ruolo, di un copione, diventa l'elemento condizionante che spesso ci accompagna per tutta la nostra esistenza. E' l'espressione di una coazione a ripetere, per cui tendiamo a mantenere attivi certi schemi comportamentali anche quando sono obbiettivamente perdenti.
Comunque sia, ogni schema comportamentale sottintende sempre ( a volte in modo dissimulato) una volonta' di autoaffermazione. Anche coloro che rappresentano se' stessi come vittime, come deboli, come sconfitti dalla vita, esprimono in realta' il bisogno di attirare l'attenzione e il tentativo di dominare comunque l'ambiente. Basti pensare a come la "vittima" faccia leva sulla compassione e a come, ad esempio, il depresso riesca a condizionare la vita di coloro che hanno a che fare con lui.
Sono molti coloro che, non avendo il coraggio di mettere alla prova le proprie reali capacita', confrontandosi in modo diretto con gli altri, ricorrono inconsciamente ad artifici che, in modo distorto e a prezzo di profonde sofferenze psicologiche (prima di tutte la rinuncia al piacere di una vita equilibrata e creativa), hanno lo scopo di evidenziarli agli occhi altrui.
L'eroe negativo, la vittima, non mette mai in gioco fino in fondo le proprie reali capacita', evitando cosi il fantasma di una temuta sconfitta esistenziale.
E' proprio nel contesto di questi meccanismi che si evidenzia l'importanza dello psicodramma catartico come strumento in grado di consentire di uscire dalla trappola della coazione a ripetere, attraverso una riscrittura del copione e una modificazione dei ruoli.
Nello psicodramma non si parla dei propri conflitti, ma si mettono in scena. E' uno spazio scenico speciale nell'ambito del quale l'individuo ha la possibilita' di cambiare il proprio ruolo, riuscendo ad essere, spesso per la prima volta, veramente se' stesso.
Si puo' idealmente riscrivere il passato , recuperando parti di se' rimaste troppo a lungo negate, soffocate da un eccesso di emozioni represse. Lo psicodramma catartico consente infatti di liberare le emozioni rimosse, rimaste intrappolate dalla rigidita' espressiva del corpo. Quel corpo che, con la sua connotazione di grande mediatore delle emozioni e di luogo dove si elaborano e si proiettano il piacere e il dolore, viene troppo spesso negato, represso , colpevolizzato, inibito.
Nello spazio scenico in cui si gioca lo psicodramma catartico, l'individuo puo' ritrovare (o almeno riconoscere) la propria vera identita', riscoprendo oltre alla propria anima, anche il proprio corpo.

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